martedì 11 novembre 2014

[Visioni] Interstellar - Christopher Nolan


In pochi anni, con grande abilità e probabilmente la giusta dose di fortuna, Nolan è diventato uno (o forse IL) più importante regista di quella sezione di Holliwood capace di coniugare pubblico e critica.
Dal capolavoro di Memento (2000), nel giro di tre anni il regista è riuscito ad unire le due anime con i primi due Batman (Begins e Il Cavaliere Oscuro, in particolare), inframezzati da The Prestige, molto più autorale e dedito a quel percorso di doppiezza, menzogna, ambigua visione della realtà che da sempre lo caratterizza.
Spettacolarità e fantasia che si sono uniti alla perfezione in Inception, capace di incassare tantissimo pur essendo caotico e non così semplice da seguire (pur non mancando le chiavi di lettura lungo il film).

Interstellar è il nuovo progetto del regista londinese (senza dimenticare la mano del fratello Jonathan alla sceneggiatura) dove vengono riversate le tematiche care (tempo, piani paralleli che scorrono) in una storia ambientata in un lontano futuro che vive due parti.
Si parte con un non corto prologo, che introduce una umanità in declino, con la natura a riprendere il controllo degli eventi dopo lo scellerato uso da parte della popolazione (dice qualcuno: sei milardi di persone erano tante e ognuna di esse voleva tutto).
In questo scenario Cooper, ora agricoltore ma in passato già esploratore dello spazio si ritrova di nuovo in volo, per un progetto segreto volto a cercare un nuovo spazio abitabile al posto di una Terra con i giorni contati.
Questo gli costa però l'abbandono di Murph, piccola figlia di dieci anni.
E su questi due piani si muove il film: il sentimento, l'amore muove le azioni dei protagonisti (così come Amelia, in volo invece con la segreta speranza di ritrovare un amore passato) e il viaggio spaziale che dilata i tempi, qualche anno fuori dalla Terra, molti decenni per chi è rimasto a terra.
Riesce a sorprendere (sempre più difficile oggi) la magnificenza delle sequenze sullo spazio o nei pianeti visitati, con uno splendido accompagnamento musicale (Hans Zimmer) tanto epico quanto silenzioso dove serve, con contrasti agghiaccianti nelle scene più intense.
Il vero Nolan emerge nella seconda parte del film: il ribaltamento della figura del dottor Mann (e della mente del progetto, il professor Brand) la spettacolare sequenza chiave del film dove il tempo diventa luogo fisico e attraversabile (e Nolan con il tempo ci gioca spesso, come in Memento), il montaggio terra/spazio incalzante in alcuni punti, quasi a suggerire quello che sarà poi il tema principale della vicenda, il sentimento padre/figlia e l'amore, in grado di dare forza e chiarezza mentale necessaria per affrontare le sfide più difficili.

Senza voler dire niente di più riguardo alla trama, a Nolan riesce nuovamente di coniugare spettacolarità visiva, intensità e freschezza in un ottimo film che intrattiene con intelligenza.
Tutto questo senza voler accennare ai dibattiti della rete sulla verosimiglianza scientifica (pure discreta, grazie anche alla grossa mano in produzione di Kip Thorne, tra i maggiori fisici al mondo), perchè in fondo di intrattenimento si tratta e fortunatamente di cinema di alta qualità.
E non è poco, oltre ad essere l'ennesimo centro per il regista.

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