venerdì 22 novembre 2013

[Ascolti] Jake Bugg - Sangri La



Si potrebbe, volendo, rinfacciare l'uscita di questo disco, a Jake Bugg.
Nel senso temporale, perchè l'esordio del giovanissimo ragazzo di Nottingham (ancora 19 anni) è avvenuto un annetto fa, con tante attese intorno, parecchio successo e numerose partecipazioni a festival e live di un certo livello.
Si potrebbe dunque pensare che avendo 18 o 19 anni sarebbe cosa buona e giusta riprendere fiato, abituarsi ad un ingresso così precoce (e dalla porta principale) a certi palcoscenici.
Una certa attenzione a non bruciarsi, insomma.

Invece tra un tour e l'altro il nostro ragazzo butta giù altre dodici tracce e la fa uscire.
E qua diciamo, ancora prima del giudizio, che è una scelta apprezzabile, quella di scrivere subito un altro disco.
La bulimia creativa dei diciotto o venti anni non è un fenomeno inusuale (chi si ricorda di Bright Eyes, uno che a vent'anni aveva già avuto tre gruppi, scritto due album e svariate cassette poi raccolte in un terzo?) e la sincerità del disco ne prova la totale innocenza.

E', infatti, semplicemente un altro disco di canzoni, questo Sangri-La.
Mediamente riuscito, piuttosto piacevole, non sconvolgente.

Ma capace di aprirsi più che bene con There's a Beast And We All Feed It, capace di ricordare (è un complimento) Lighting Bolt, primo gioiellino scritto da Bugg.
E di proseguire (tendenza a maggiore elettricità rispetto all'esordio confermata) Slumville Sunrise, potente e in grado di sviscerare tutta l'abilità alla chitarra del cantante.
La prima fermata su ritmi lenti è una delle migliori, con Me And You (chi ha detto anni sessanta, vinile e hippie?) a rassicurarci definitivamente di un disco non scritto di fretta ma anzi di una capacità autoriale immutata se non leggermente accresciuta.
Le sonorità sono sempre quelle di un cantautorato sporcato di country, ora maggiormente folk, ora più rock.

C'è, infine, più band, in questo disco, come dimostra la più che riuscita (siamo in fondo) Simple Pleasure, brano insolitamente più lungo e complesso che fa pensare (e' un auspicio) ad uno spettro musicale e vocale pronto ad espandersi ulteriormente in un prossimo futuro.

Insomma, Jake Bugg, è il secondo centro e la capacità di scrivere c'è tutta.
Il futuro è lì davanti.


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