giovedì 26 settembre 2013

[Ascolti] Kings Of Leon - Mechanical Bull


La storia (discografica) dei Kings of Leon pare quella di chi prende la patente.
Prova in incognito, esordisce sulle strade, inizia con un discreto timore e poi inizia a divertirsi davvero.
Ecco, Aka Shake Heartbreak era quel momento in cui abbiamo vent'anni, ci sentiamo sicuri di guidare e giriamo per le strade, leggermente (o un pò più di leggermente) sopra il limite, affrontando le curve in orari notturni o verso l'alba.
Insomma, un disco magari non storico ma piacevolissimo e soprattutto pieno di piccole grandi intuizioni.

Mechanical Bull invece è (un'altra) normalità.
E' il guidare di un trentenne che va solo al lavoro o a fare la spesa.
Guida con sicurezza, conosce ogni stratagemma, sa parcheggiare alla grande.
Ma manca il brivido.
Il sesto disco dei Kings Of Leon è, come i due precedenti (quelli di maggior successo, non a caso?) un raffinato prodotto di garage-rock, che viaggia tra i settanta e i gli ottanta orari, che riesce tanto a non avere pezzi disprezzabili (merito anche di una produzione al solito impeccabile) quando a non lasciarne in mente nemmeno uno dopo ripetuti ascolti (un più per Family Tree, se si deve).

Inutile pontificare, comunque, perchè il gruppo di Nashville (e curiosamente giunto tardi al successo in patria) riceveranno l'ennesimo attestato di stima da parte di un pubblico che ormai è quello dei palazzetti e delle grandi occasioni.
A qualcuno potrebbe bastare, per chi scrive è l'ennesima sufficienza stiracchiata per il mestiere (indubbio) ma la voglia di rispolverare l'antico "essere giovani e sbarazzini" non sarebbe disdicevole.


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