martedì 4 giugno 2013

[Live Report] Chromatics + Glass Candy @ Bronson, Ravenna


Se ci si trova, in buon numero, il 3 di Giugno, in un locale al chiuso (il Bronson di Ravenna) ringraziando quasi che il clima non sia ancora del tutto estivo, è merito dei Chromatics, band di Portland, Oregon, che dopo una lunga gavetta esplodono nel giro di due anni, tra il 2011 ed il 2012, ovvero tra l'uscita di Drive, film acclamato e in cui i nostri scrivono Tick of the Clock e l'uscita di Kill For Love, lungo album in cui il quartetto trova definitivamente la propria formula.
Non è da sottovalutare la questione film: probabilmente per un bel pò (per sempre?) i Chromatics entrano da padroni in una estetica musicale che riporta a quella visiva: una guida notturna, le luci di una città, una velocità importante ma nemmeno troppo esagerata, una contemplazione in qualche modo.

La prima sopresa è quella della scaletta: prima i Chromatics, poi i Glass Candy, con un apparente inversione delle classiche regole del live, ma con una certa logica che ci viene riferita da alcune conoscenze: ha più senso (ed è stato richiesto dalle band) che aprano per tipologia di suono i Chromatics e poi venga lasciato libero sfogo all'elettro-party di Glass Candy.
Così, passate non da molto le dieci e mezza, ecco il gruppo sul palco: il microfono è vuoto su Tick of The Clock che apre strumentalmente il live, e poi via, con Lady e Kill for Love, dopo l'entrata di Ruth, la cantante.
E così, in pochi brani, impariamo con soddisfazione quello che sarà il leitmotiv del concerto: niente lungaggini, attese, è un tutto e subito, a ritmo leggermente più veloce che su disco.
Soprattutto, se su disco (parliamo di Kill for Love) si avverte nella seconda parte un certo dilungamento, il difetto sparisce in un live ritmato, intenso e divertente, che con sorpresa (sovvertimento delle regole atto secondo) piazza molti dei brani forti e verosimilmente più attesi nella prima parte della scaletta.
E siamo quindi solo al brano sette quando parte la lunga sessione di These Street Will Never Look The Same, con alla voce Adam Miller, che ci consegna la band al meglio, tra evoluzioni sintetiche, un'ottima parte di batteria e un brano che pensi sempre potrebbe pure durare di più.

Bella anche la pausa semiacustica tra la fine della prima parte e il primo bis, con la doppia cover, Into The Black (Neil Young) e quella dello storico brano Blue Moon, con la sola Ruth sul palco.
Si finisce un'oretta circa dopo il primo brano, con una Looking for Love, brano in origine di 17 minuti contenuto in una raccolta (After Dark 2) che va a chiudere un concerto più che convincente, senza se e senza ma.


Giudizio più incerto su Glass Candy: l'elettro pop di Ida No ha indubbia presenze scenica, radunando un discreto pubblico sotto il palco, ma sia ben chiaro, deve piacere: urletti, mossettine, basi sintetiche, tendenza ad una trash-elettronica che se piace, fa sorridere e divertire, altrimenti non desta particolare attenzione.
Chi scrive è della seconda idea, ma siamo nel campo del soggettivo.

In conclusione un augurio: che la crescita dei Chromatics non sia finita, perchè ci sono tutte le potenzialità per altre grandi cose.

Setlist


  • Tick of the Clock 
  • Lady 
  • Kill for Love 
  • Night Drive 
  • Cherry 
  • Back From the Grave 
  • These Streets Will Never Look the Same 
  • I Want Your Love 
  • Running Up That Hill  (Kate Bush cover)
  • Into the Black  (Neil Young cover)

Encore:

  • Blue Moon 
  • The River 
  • In the City 
  • Looking for Love 

Encore 2:

  • Hands in the Dark (Unplanned Encore)



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