martedì 5 febbraio 2013

His Clancyness: Intervista e Report Live



C'è in fondo una storia di continuità o, se si vuole, di percorsi paralleli.
Come uno (Jonathan Clancy, già dietro ai Settlefish e soprattutto agli A Classic Education) che inizia, qualche anno fa a registrare canzoni  per proprio conto, fuori dal contesto della band e che, brillantemente, intitola il progetto His Clancyness.
Un progetto solista che diventa gruppo, un gruppo che si allarga e diventa formazione a quattro e che, come vedremo, esordirà su disco verso metà anno.
Mi ricordano la storia degli Atoms For Peace, formazione nata per suonare dal vivo The Eraser, disco solista di Thom Yorke e che entro fine mese usciranno con il primo disco a proprio nome.
E allora penso di chiederglielo, cosa sia oggi His Clancyness.
- Mi pare che His Clancyness segua un po' il percorso degli Atoms For Peace. Dunque, cosa è oggi questo progetto?
- [Jonathan] Beh, il disco è stato registrato in tre persone e dunque nasce come un progetto per una band rock. Questo è dunque il futuro, questa è la band che suonerà His Clancyness.

Continuità si, diceva.
Vale anche per il sottoscritto, che ha iniziato a curare questo blog poco meno di due anni fa, come progetto solitario, tra le mura di casa e questa sera, per la prima volta, si espone per un'intervista.
Che non sarà come mettersi a nudo sul palco per un progetto solista, ma per un attimo non mi dispiacerebbe avere anche io qualche compagno di viaggio, vista la timidezza.
Jonathan, invece, di compagni di viaggio ne ha tre: Giulia, sua compagna (alle tastiere), Jacopo (alla batteria) e Emanuela, la frontman degli Heike Has The Giggles, in questo caso al basso.
Questa sera suonano da Zuni, cioè praticamente a casa mia, dove circa una volta al mese, a cadenza casuale, metto su qualche disco (se qualche disco è dalle 8 alle 2 di notte...) e tutto ciò mi pare molto simpatico: faccio l'intervista ad un gruppo ospite del locale che da tempo spesso ospita i miei dj set, in un luogo dove, in fondo, sono ormai stato avventore, dj e intervistatore: manca solo di suonare una chitarra e servire due cocktail e poi il curricolum sarà completo.
In realtà è poi tutto riferibile ad un piccolo mondo di provincia, al contrario del tour che gli His Clancyness stanno affrontando: Olanda, Belgio, Francia, presto Stati Uniti.
- State girando l'Europa, com'è il mondo là fuori?
Jonathan dice a Manuela che può rispondere lei.
In realtà chiaccheriamo un po', alla fine.
Mi raccontano che non è molto semplice (né giusto forse) fare queste generalizzazioni, ogni situazione va per sé.
Però ci sono belle cose fuori: ad esempio un locale, in Olanda, che tramite una sottoscrizione di sette euro mensili permette di accedere a qualunque live organizzato in quel posto, dal piccolo evento di nicchia a serate anche da due o tremila persone.
E parliamo della bella accoglienza all'estero: qualche sold out e spesso molta gente (a parte un po' a Lione).

- E riguardo al Crowdsourcing? Cosa ne pensate, viste anche le recenti polemiche in Italia?
- [Jonathan] Ne abbiamo parlato anche noi in questi giorni. Mah, non siamo contrari ma non crediamo di farlo, ci sentiremmo quasi a disagio. In fondo è una polemica nata solo qui in Italia, all'estero esistono da anni siti come MusicRaiser.
Abbiamo supportato amici che lo hanno fatto ma non penso che nei prossimi dieci anni di His Clancyness ci sarà il ricorso al crowdsourcing.
[Jacopo] Sarebbe troppo strano, lo capisco ma non lo farei. Però è anche giusto che si inizi a pensare che se la gente non acquista più i dischi e va poco i concerti, il musicista come ci campa?
Ha quindi senso trovare altri metodi per mantenersi.
- Cosa ci potete dire sull'album?
Beh, sarà di dodici brani. L'abbiamo registrato a Detroit qualche tempo fa, probabilmente uscirà intorno a metà anno.

Suoneranno vari brani di questo disco, poco dopo, nel piccolo locale Ferrarese.
Il palco da Zuni è ridotto e una band a quattro non ci sta certo larga ma sarà d'impedimento: sarà un live energico, divertente, a tratti trascinante.
Ma in realtà sono ancora seduto al tavolo con loro e mi ricordo di chiedere riguardo ad una curiosità, anche se come a volte capita, mi rendo conto di avere pensato troppo per una cosa in fondo semplice.
- Cercando in Internet ho notato che siete su praticamente ogni veicolo esistente: Facebook, Soundcloud, BandCamp, Tumblr, il TourDiary, MySpace...
[Jonathan, ridendo] Oddio, nel Myspace non so bene cosa ci sia, né se esista ancora...
- Esiste, esiste, c'è qualche pezzo! Tanta tecnologia e poi, in realtà il primo album è uscito in cassetta...come mai?
- [Jonathan] Mah, guarda, in realtà non c'è nessun motivo particolare. O meglio, l'etichetta che lo ha pubblicato era interessata ad un tipo di uscita di questo tipo e mi è sembrato carino.
- Ultima domanda: ho visto che l'anno scorso avete fatto due collaborazioni, una con i The Babies e una con gli Shimmering Stars. Domandona: lo split della vita con chi lo fareste?
[Jonathan] Lo split della vita? Mmm, vediamo, forse Scott Walker. Oppure vediamo...
[Discute con gli altri, Giulia chiede che domanda ho fatto, poi la rivelazione
[Iacopo] Sonic Youth!
Emanuela conferma, Jonathan pure: e Sonic Youth siano, come ideale gruppo con cui collaborare.

Poi sarà solo questione di live: tre quarti d'ora circa di live intenso, con parecchi pezzi del futuro album. L'impressione è buona: buona scrittura, melodie interessanti, una parte ritmica che sale sugli scudi in varie occasioni, tra la batteria e una drum machine.
Nonostante l'acustica non perfetta del locale, il suono è bello, un paio di pezzi mi ricordano gli Arcade Fire, in particolare uno che sembra un po' una risposta a Wake Up (e potrebbe essere What Fury Can't Say, presente nel loro soundcloud).
Il pubblico dell'aperitivo sembra convinto e una certezza, o almeno una convinzione si fa largo: His Clancyness, tra qualche mese, sarà destinato ad essere qualcosa in più del “progetto solista di quello degli A Classic Education”.



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