lunedì 30 luglio 2012

Report Live: Damien Rice - Cavea Nuovo Teatro dell'Opera (Firenze)

Si chiudono un paio di mesi intensi, con questo report.
Partito con gli XX a Torino e finiti con questa data di Damien Rice a Firenze, parecchi concerti in mezzo.
Essendo io di Ferrara, viene da chiedersi perchè mai sia finito a Firenze, quando c'era una data nella mia città il giorno prima: il bello della vita ospedaliera.
Ma nessun problema particolare, si va in gita, che Firenze è bella e non dista molto.
Damien Rice, nella sua esigua ma importante discografia, ci aspetta.
Lo scenario è bello: il Nuovo Teatro dell'Opera, un futuro imponente Auditorium di 5000 posti ospita ampie scalinate al fianco, percorrendole si arriva ad uno spazio aperto, in discesa, questa Cavea, simile per struttura ad un cinema, che regala uno spazio grande (2000 posti circa) e una bellissima vista per chi sale fin sopra.


Damien Rice, dicevamo, nei suoi dischi autore di canzoni ormai arrivate ad un grande pubblico e piuttosto intense ed emozionanti.
Se si aggiunge il fatto di un tour in acustico, con solo il cantante Irlandese sul palco, viene da pensare ad una serata tranquilla e delicata.
Il fatto, invece, che si sia riso, cantato, battuto le mani e interagito neanche fosse un falò in spiaggia tra amici la dice lunga.
Eh, si, perchè magari per chi non era alla prima volta dal vivo non è una novità ma per noi lo è stata: Damien è un personaggio spassoso.
Disinibito, divertito, per nulla divo, con una scaletta in linea di massima improvvisata (ad esempio si sente dal pubblico Rootless Tree, lui guarda un attimo, arriva al piano e la suona).

E che dire della sua voglia di ascoltare una canzone della tradizione italiana?
Arriva un ragazzo, Damien si siede in prima fila e il ragazzo canta un paio di canzoni napoletane (si, c'è anche O Sole Mio).
E poi ancora Cannonball suonata con tutto spento, pure l'amplificatore e le luci, vedi alla voce unplugged.

O, infine, un trittico di Volcano, Hallelujah e Cold Water con metà pubblico sul palco a cantare.
Insomma: un bellissimo posto con un ottimo pubblico, dove passa il ragazzo con tre birre e ne appoggia una per Damien sul palco (che ringrazia), una voce intensa con parecchi brani riusciti benissimo, un clima allegro e capace di eliminare totalmente la distanza tra palco e pubblico (anche grazie all'assenza delle transenne, tutti seduti tranquilli sui gradoni della Cavea).

Una sorpresa, un gran concerto, una bellissima serata.
Che volere di più?

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