sabato 14 luglio 2012

"Octopus" è il ritorno dei Bloc Party.


Che i Bloc Party occupino un posticino speciale in chi scrive è cosa nota.
Non per chissà quale motivo particolare (al di là che Silent Alarm E' uno dei capolavori del decennio scorso) se non per quelli personali: il disco comprato dopo l'esame di Biochimica (quando ancora si compravano i dischi ed ero già quasi fuori tempo massimo), il concerto visto con una nuova amica e le conseguenze di tutto ciò, Banquet che fu uno degli ultimi veri inni da ballare in quella stagione in cui sembrava che si potessero muovere davvero folle di persone ad ascoltare qualcosa di nuovo, bello e divertente e che stava succedendo in quel momento.
E io, a volte, dietro la consolle, pronto a piazzare quella serie di dischi a tutto volume.

Così, pure se è vero che A Weekend in The City è stato solo un buon disco, che Intimacy è stato coraggioso ma dimenticabile e che le esperienze soliste di Kele sono state imbarazzanti, rimane un piccolo tuffo al cuore tutto personale nel leggere le varie mail che preparavano il ritorno con Four, quarto (appunto) disco in studio della band inglese.
E l'altro giorno, il primo singolo, Octopus.
Che non convince fino in fondo ma nemmeno è brutto.
Un pezzo breve, che ci riporta la splendida vocalità di Kele, un interessante gioco di note ad incastrarsi, un coretto nel ritornello che forse poteva non starci ma perlomeno Octopus ci riconsegna un band nuovamente unita e serena.
Per i giudizi aspettiamo l'album ma intanto bentornati, di cuore.

Bloc Party - Octopus

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