martedì 7 giugno 2011

Musica Liquida: Kaiser Chiefs, ICloud e moderne fruizioni della musica


Non so se ve ne siete accorti.
Ma se dovessero chiedervelo tra qualche anno è esattamente in questi giorni che sta cambiando tutto.
O meglio, se ne stanno creando i presupposti.
E' una rivoluzione, apriamo gli occhi.
Antefatto: mp3 e banda larga hanno reso a disposizione di tutti ogni contenuto musicale, senza che ci giriamo troppo intorno.
E di pari passo sta evolvendo il sistema distributivo: i Radiohead con l'ormai storico Up-To-You misero in vendita un album facendo decidere all'acquirente il prezzo e si sono ormai tolti dal mondo discografico, vendendo direttamente in prima persona i loro cd (almeno in un primo momento).
E poi sono seguiti esempi simili anche di band più piccole.
Si è sfaldato il meccanismo casa discografica-radio-negozio di dischi, la prima perchè il mondo social riesce a portare alla ribalta artisti anche con semplici webzine o passaparola, le radio aggiungono contenuti parlati (o moriranno) e il negozio di dischi è già ormai defunto, sorretto in minima parte dai negozi di vendita online.
Ma diciamolo: pagare per un oggetto non fisico (l'mp3) è difficile, non a caso c'è un piccolo ritorno di acquisto ma non sul cd ma sul vinile (ne abbiamo parlato qui ).
Questo è il quadro attuale. Anzi era.
Poi due cose rapide in pochi giorni.
Una band, non certo indimenticabile ma comunque di una certa fama, ovvero i Kaiser Chiefs.
Propongono un nuovo album che album non è: 20 brani disponibili, ognuno ne sceglie i dieci preferiti, si fa la copertina e paga.
Svanisce il concetto di album. Cosa si dovrebbe recensire in questo caso? Tutti e venti i brani? I migliori? I migliori per chi?
Non è finita: ICloud.
Ormai si sapeva e ora è ufficiale.
Nuvola online: tutti i propri contenuti, anche (soprattutto) quelli musicali, vanno a finire in un nostro spazio virtuale, e nella declinazione Apple con un qualunque dispositivo noi abbiamo la nostra libreria pronta.
Che sia accendere il computer, usare l'Iphone, scrivere sul tablet e per logico futuro, accedere a internet tramite televisore o automobile o quant'altro, non esiste più supporto fisico.
Probabilmente, esisterà sempre meno anche il concetto di album. Avremo semplicemente ciò che ci piace.
E non si pensi si tratti di un servizio di streaming in abbonamento, non è "io compro un disco e Apple me lo tiene nello spazio".
No,no. Anche ogni pezzo che abbiamo personalmente. Le nostre migliaia di mp3 precedenti, tutte vengono da Itunes riconvertite e ricodificate e messe in questo spazio infinito.
Avrà successo? Penso di si.
Costa 25 dollari all'anno e con quelli avremmo tutta la musica che vogliamo, dove vogliamo, sempre associata a noi.
Il futuro è qui, forse.

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